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Due nuove micro-imprese solidali "Mani d'Africa" a Lira nord Uganda)
16
Apr
2014

Due nuove micro-imprese solidali "Mani d'Africa" a Lira nord Uganda)

Rose e Annie sono due donne africane, vivono nel nord dell'Uganda, nel distretto di Lira.

 

Associazione Kope - Mani d'Africa

Grazie al sostegno della nostra associazione potranno da oggi avviare una piccola attività di sartoria indipendente e provvedere al sostentamento delle proprie famiglie.

 

Rose e Annie provengono ciascuna da una difficile situazione che le vede sole con molti figli. Ma non hanno perso coraggio, è bastato fornire loro l'attrezzatura necessaria all'avviamento ed eccole impegnate in un lavoro, artefici del proprio cambiamento.

 

Nonostante siano, da sempre, discriminate, le donne dimostrano di essere il veicolo principale per lo sviluppo. Primeggiano nei risultati scolastici quando è concesso loro di frequentare una scuola. Diventano il volano dello sviluppo di una comunità, quando è permesso loro di lavorare autonomamente. Molto spesso le donne sanno meglio utilizzare i propri guadagni, investendoli nell'educazione scolastica dei figli, in cure mediche o nel miglioramento della propria abitazione.

 

L'iniziativa "Mani d'Africa" consiste nell'acquisto di macchine da cucire ed altri strumenti necessari allo svolgimento di attività di sartoria. I beneficiari sono persone, in genere donne in difficoltà, con esperienze anche minime di taglio e cucito, ma che non hanno a disposizione gli strumenti per metterle in pratica.

Scopri come contribuire per avviare una nuova micro-impresa!

Responsabile

Marco Piazza

Sono vice-presidente di Kope Onlus. Durante questi anni di lavoro "sul campo" in Africa, ho capito che, per "aiutare veramente" è indispensabile superare la burocrazia e gli sprechi delle grosse organizzazioni no profit.  Queste ultime, molto spesso, impongono iniziative studiate su tavolini europei e legate a necessità di "marketing", lontane dalle reali necessi delle persone. L'Africa è ricca di inutili vestiti e giocattoli europei usati, pozzi idrici abbandonati per scarsa manutenzione e indisponibilità di ricambi per non parlare di terreni sminati a metà per il sopravvenire di nuove emergenze.

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